Oggi nessunn racconto, solo un po’ di teoria.
La materia scolastica che mi ha sempre affascinato è la
matematica, fino alle equazioni. Adoro le equazioni, ne farei un centinaio al
giorno! Quando le ho studiate alle scuole superiori è come se avessi trovato la
chiave che spiega gli eventi della vita e davanti a me si è svelato il mondo
che non era più così misterioso. Il segreto dei miei ragionamenti è tutto qui:
una “banale” formula matematica.
A+B=C+D 1:2 = 3: ?
Quando ero adolescente non capivo come mai mio cugino Salvo si fosse innamorato di Maria. Lui così taciturno e fine, discreto, riservato, gentile. Lei così chiacchierona, sguaiata, grezza. Lui zero cultura, Lei diplomata (non che sia una mente eccelsa, ma sicuramente lei è molto più istruita di Salvo). Lui schivo, Lei mondana. E’ troppo facile dire “è la regola degli opposti”. Gli opposti sono due estremi, c’è dell’altro. E’ che bisogna calibrare bene, al 100%, esattamente ogni singolo aspetto della nostra personalità. Quanto sei schivo? 80, bene allora lei dovrà essere mondana 80 e schiva 20. Quanto sei taciturno? 90, bene allora lei sarà chiacchierona il 90% del suo tempo e starà zitta solo il 10%, probabilmente solo quando dorme… le visite di Maria in casa non vengono accolte con molto entusiasmo, essendo la mia una famiglia di persone poco chiacchierone . (Ovvio che è difficile stabilire quali sono le esatte proporzioni. Diciamo che ogni giorno io mi alleno a calcolarle sulla pelle dei miei iscritti)
Si descrive l’Anima Gemella come la nostra “mezza mela”, la parte mancante di noi stessi. E’ sempre un’equazione: Salvo è a+b, Maria è c+d, la somma delle due addizioni dà lo stesso risultato, ecco che abbiamo formato una coppia. (Se il risultato delle somme non è uguale, ma differente, la coppia non è destinata a stare insieme, probabilmente nel lungo periodo i due partner si lasceranno perché non hanno abbastanza punti in comune, non sono rispettate le proporzioni caratteriali).
Ripeto sempre ai miei singles la differenza tra me e le altre agenzie per single: le persone che aprono le agenzie, nella quasi totalità dei casi, sono “commerciali” che vi vendono un contratto di iscrizione, e scambiano numeri di telefono fra uomini e donne con età simile, stop. Statisticamente quando fai un certo numero di incontri poi trovi una persona che ti piace e ti fidanzi. Ma dopo quanti rospi che avrai baciato? I “commerciali” sono persone completamente differenti da me che all’opposto faccio davvero un lavoro di ricerca sulla personalità, e questo lavoro richiede tempo e riflessione. Purtroppo i miei singles non mi credono, solo quelli che poi si fidanzano iniziano a stimarmi. Quelli che si fidanzano baciano pochissimi rospi. L’altra differenza tra me i commerciali è che loro sono molto più abili nel vendersi e quindi guadagnano molto, ma molto più di me… (sigh…)
E’ usando la matematica che faccio i miei abbinamenti. Spesso, quando ascolto i miei singles descrivermi il loro ideale di partner, li guardo come se credessi ad ogni loro singola parola. In realtà mentre loro parlano il mio cervello è un computer che analizza ogni singola parola e movimento del corpo ed i risultati che ottengo sono quasi sempre l’opposto delle richieste che il single mi fa. Quando sento frasi tipo “a me piacciono gli uomini come il mio ex” e la ragazza poi mi mostra la foto, io rispondo “Bello, complimenti, davvero un bel ragazzo” – “Lo voglio così, ce l’hai?” – “No, però se vuoi te lo trovo uguale uguale, una fotocopia…” – “Davvero?” – Ed io rido “Ovviamente no, perché so già che la persona adatta a te è completamente diversa da lui” – “Non è vero!” – “E allora perché vi siete lasciati? Hai preso in considerazione che forse tu non piaci a quel tipo d’uomo e dovresti cambiare obiettivo?” Sottinteso: iniziare a crescere, a maturare sentimentalmente. Nella metà dei casi la ragazza esce dal mio ufficio e non la rivedrò mai più. Sono una pessima commerciale.
Il mio grande difetto è questo: io ignoro completamente quello che le persone mi dicono (cioè quello che vogliono farmi credere).
L’ultima ragazza che ho iscritto, chiamiamola Serena, mi ha mostrato la foto del suo ex-ragazzo e quando mi ha chiesto se avevo un uomo uguale a lui le ho risposto “Sì ce l’ho”- A lei le si sono illuminati gli occhi di gioia “Me lo presenti?” – “No” – “Perché?” – “E’ un malato di pornografia” “Eh? Come fai a dirlo?” – “Lo so, e curiosamente anche il tuo ex ha delle belle occhiaie pronunciate…” No, quest’ultima frase non l’ho detta, ma l’ho pensata. Facile arrivarci, Serena è vestita quasi da suora…
Serena, nel prossimo racconto. Per ora… buona giornata e buone feste paquali a tutti voi.
Amanda
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Ps: l'ultimo paragrafo sembra quasi una contraddizione di ciò che ho affermato prima: se lui è malato di pornografia e lei sembra una suora, sono due opposti, quindi dovrebbero attrarsi. Più o meno, come dicevo non è così semplice capire quali sono le giuste proporzioni. E' da capire innanzitutto perchè Lui ami la pornografia (repressione, deviazione, banale divertimento) e perchè lei vada in giro vestita "da suora" (pochi soldi per vestirsi alla moda, troppo religiosa, mancanza di stimoli, altro...). Bisogna rifletterci su.
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