Voglia di lavorare pari a zero. Sembra che nessuno sia andato in vacanza, e anche se i ritmi sono più lenti, c’è sempre qualcuno che telefona e chiede informazioni sugli incontri, oppure nuovi appuntamenti. Io di mia iniziativa non telefono a nessuno, penso che è agosto e che è imbarazzante telefonare a qualcuno che probabilmente sarà in vacanza, così rispondo solo alle telefonate ricevute.
Finalmente ce l’ho fatta! Adesso è una settimana che riesco ad andare al parco tutti i giorni. L’ingresso principale dista solo tre chilometri da casa mia (abito pochi chilometri fuori città), peccato che manca il marciapiede che costeggia la strada, e quindi a piedi è meglio non arrivarci, e probabilmente è per questo motivo che pochi ci vanno, ad eccezione di chi ha la casa là vicino o vi giunge in auto da altri luoghi. Inoltrandosi al suo interno si scopre un territorio molto ampio. Enormi spazi verdi puliti e curati, molte panchine per rilassarsi, laghetti artificiali pieni di rane e tartarughe (ma il colore dell’acqua lascia un po’ a desiderare, perchè è più marrone che azzurra). Benché sia vicino casa mia non l’ho mai frequentato prima, anche perché è solo da un paio di anni che questa zona è stata ripulita e resa idonea all’uso. Il parco si estende dal centro città e per molti chilometri fuori di essa, costeggiando il Po fino ai paesi collinari ove si produce un ottimo vino (di cui un mio caro cliente agricoltore, che abita in queste zone, mi ha fatto omaggio).
Di solito arrivo qui per le 17 e non vado mai via prima delle 20,30. Il tempo va così veloce che mi sembra di non avere tempo di rilassarmi che già me ne devo andare. Alle 20,30 c’è ancora abbastanza luce, ma il sole è calato ed inizia a fare un po’ di freddo (e poi c’è quasi nessuno e così è meglio che vado via, si sa mai che non appaiano all’improvviso tipi loschi…).
Domenica scorsa ho visto numerose famiglie attrezzate per il pic-nic, con tavoli, sdraio, stuoie, piccole piscine gonfiabili e giochi per bambini. Molte famiglie sono straniere (rumene da quello che ho sentito), altre provengono dai quartieri “più poveri” della città e che secondo me considerano il parco il loro luogo di vacanza (ci verranno ogni anno ad agosto, per poi dimenticarsene il resto dell'anno?)
Vi parlo raramente del mio rapporto coi bambini, ma io sono una vera calamita per loro. Non so cosa li attiri in me, ma se c’è un pargolo nei paraggi che mi nota, immediato viene nella mia direzione. E pensare che odio giocare coi bambini, eppure… Anche domenica, il tempo di stendere il mio telo sul prato, che dopo dieci minuti una banda di quattro ragazzini (due maschi e due femmine) tra i 7 ed i 13 anni, mi ha raggiunto. “Hey Signora, possiamo sederci vicino a te?” mi chiede la ragazzina, ed io “Ok, però ditelo ai vostri genitori prima” – “Già fatto, Signora!” (sono senza parole... e non chiamarmi "signora"!). Il motivo per cui i ragazzini si sono avvicinati è che io ho steso il mio telo in prossimità delle sponde del laghetto, ed i ragazzini sono attratti dall’acqua. “Addio tranquillità” penso, perché adesso mi toccherà stare attenta a loro invece di leggere il mio bel libro, perché i loro genitori sono distanti più di cinquanta metri, e qui siamo sulla parte di terreno pendente, invisibili ai loro occhi. Infatti, i pargoli sono attratti dalle rane e cercano di sporgersi il più vicino possibile a loro. Ed io pensavo che dopo tre nipoti, con Michelle ormai quasi-undicenne, fosse finito il tempo di urlare dietro ai mocciosi, ed invece no. “Hey ragazzini, attenti altrimenti cadete in acqua!” è diventato un mantra.
Quando lo dico la gente mi guarda storto, ma sono davvero convinta che la più bella invenzione del secolo è il guinzaglio per cani, quello allungabile, quello che decidi tu fino a che distanza il cane si può allontanare, e lo accorci per avvicinare l’animale a te. Come mia madre, anche io sono la classica “mamma” chioccia siciliana d.o.c. ("Io ti ho partorito, io ti "ammazzo"!" Mia madre me l'avrà ripeto milioni di volte). Coi miei nipoti ho sempre applicato una regola d’oro, la regola delle regole “devi sempre restare nel raggio d’azione dei miei occhi, puoi allontanarti solo fin dove i miei occhi possono vederti, e ringrazia che non ho quel guinzaglio per cani altrimenti lo userei e non potresti allontanarti”. Devo dire che i miei nipoti hanno compreso che la mia severità è per il loro bene, e non mi hanno mai deluso (cioè, qualche volta ci hanno provato a girare l’angolo di strada e o la parete di casa per cambiare stanza… ma li ho sempre ripresi velocissima).
E così mi ritrovo nella stessa situazione e mi domando incredula “Ma come possono i loro genitori starsene tranquilli sulla sdraio quando i loro bambini sono lontani dai loro occhi?” Ed eccomi qui che bado a loro. Dopo alcuni minuti di finti tentativi di buttarsi in acqua, i ragazzini si siedono accanto a me e parliamo della scuola e delle rane. Da come sono vestiti capisco che appartengono alla classe operaia: le femmine hanno le magliette sponsor della Fiat 500 (regalo di Natale di Mamma Fiat? Acquisto ad 1 Euro nelle bancarelle del mercato sotto casa?) ed i maschietti indossano solo il costumino col marchio “CK” taroccato (Ciro Kualcosa?). La ragazzina più grande ci tiene ad informarmi che loro abitano nel quartiere X, mi chiede se conosco la via X, se ci sono mai stata. Io sono doppiamente incredula e non voglio sentire quello che lei vuole dirmi, giro la testa disinteressata e cerco di cambiare argomento: ma i genitori le hanno insegnato che non si parla con gli estranei dei propri fatti privati, che non si deve mai dare l’indirizzo di casa agli estranei? E siamo proprio nelle ore in cui la cronaca in televisione ci racconta di due gemellini rumeni scomparsi, forse portati via da un conoscente… Ma la ragazzina insiste e mi dà numerosi riferimenti per individuare dove loro abitano. “Ok, lo so dove abiti, non devi dirmi più nulla”. A Torino il Cottolengo è molto famoso, edificio storico, ex-clinica psichiatrica, attuale mensa dei poveri, strada-scorciatoia per il centro, e tante altre cose…
E’ stato piacevole parlare coi ragazzini, anche se non amo giocare coi bambini, mi piace molto ascoltare come loro esprimono le loro idee; sono convinta che i pensieri di un bambino, non traviati dalle idee di un adulto, siano davvero pieni di saggezza. Nel lungo tempo che i ragazzini sono stati con me, mai una volta i genitori hanno chiamato o si sono avvicinati. E’ tutto un altro mondo il mio, fossero stati miei figli li tenevo appiccati a me con la colla! (E penso anche: che bello quando Michelle viene a trovarmi e mi si appiccica addosso senza mollarmi un attimo, perché le è mancata la Zia…).
Segue… (adesso sono quasi le 17, vado a farmi un altro giro al sole e poi vi racconto il seguito “Al parco, quanti uomini!” eh eh…)
Amanda
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