Non ho idea di quanti racconti ho scritto in questi anni, sicuramente più di mille. E' davvero impressionante, eppure non mi basta mai, mi mancano ancora così tante storie da narrare... E fra un mese esatto, il 17 novembre (fui la prima blogger scrittrice de LaStampa.it), compirà 9 anni "Amanda Love", uuaaauuuuhhh!
Quando scrivo un racconto entro in un'altra dimensione, è come se mi assentassi dalla realtà in cui vivo e finissi in un mondo parallelo, dove le parole si animano, assumono vita propria. Non ho bisogno di pensare le parole, di comporre le frasi, di strutturarle, esse si allineano da sole nel foglio. Gli errori grammaticali (quasi sempre errori di battitura) li lascio di proposito, perchè scrivere un racconto spesso mi occupa più di un'ora di tempo, a volte due o tre ore, e se mi fermassi a correggere non avrei più tempo per fare altro, non avrei più tempo per vivere la mia vita. Quel che conta è il contenuto.
Non ho mai avuto problemi di ispirazione, la vita è così piena di storie che basta pescare a caso... E' importante la musica. A volte scrivo in totale silenzio, altre volte invece vado alla ricerca dell'esatta atmosfera musicale, di quell'insieme di note che ascoltandole si integrano perfettamente con l'umore della trama. A volte impiego più di un'ora per trovare la musica giusta, a volte è importante il testo. La ricerca musicale la faccio cercando avanti e indietro nella mente brani che conosco e che ho dimenticato. Non mi piace la musica troppo pop, non mi è piaciuta molto la musica anni '90 nè quella degli anni 2000. Degli anni '10 non ricordo un solo brano che mi piaccia. Da anni non ascolto più la radio (che ormai per me trasmette solo spazzatura), non frequento più i locali dove trovavi musica alternativa, quindi non so più dove pescare la musica di mio gradimento.
Quando non trovo nulla di contemporaneo che si adatta al racconto che voglio scrivere, penso ai compositori classici viventi, quelli che compongono le colonne sonore dei film. Le migliori mi sembrano quelle che accompagnano come un sottotesto i film ambientati in epoche passate, in particolare i film in costume che narrano il '700 e l'800. Mi piace molto la musica rinascimentale. Il mio strumento preferito è il pianoforte, avrei davvero voluto imparare a suonarlo, ma è un sogno che ormai posso sperare di realizzare solo nella mia prossima vita.
La scelta musicale è sempre adatta al personaggio che racconto. I fatti miei privati che decido di narrare, tipo le storie sentimentali di cui a volte vi rendo partecipi, sono sempre accompagnati dai miei brani preferiti e si riconoscono immediatamente dalle atmosfere. Per me scelgo quasi sempre i Depeche Mode, e quando non sono loro, il brano scelto ha per me una particolare importanza perchè legato al ricordo di una persona speciale. Se il personaggio di cui narro non mi è particolarmente simpatico, il suo racconto sarà privo di musica, o avrà un accompagnamento pop. Di certo i miei racconti non saranno mai accompagnati da starlette e boy band dell'ultima ora, perchè mi rifiuto di accostare i miei personaggi, anche antipatici, ad un così basso livello culturale e musicale. (E quando scelgo un cantante fighissimo è sicuramente per raccontare una mia storia bella! Adam Ant, ad esempio, l’ho sempre scelto per racconti che mi ricordavano momenti hot…). Musica italiana: poca, ma di qualità.
Nessuno scritto è casuale, e soprattutto evito di raccontare storie quando sono travolta da emozioni negative. Non ho mai avuto interesse a scrivere per rabbia o per vendetta. Io racconto solo la realtà come insegnamento per chi certe esperienze non le ha mai fatte ed a cui auguro di non fare mai (visto che ciò che racconto quasi quasi sempre ha un retro gusto amaro). Mi dispiace che le storie con lieto fine bello siano così poche.
Considerata la quantità di ore che occupa la scrittura di una storia, ho sempre scelto di scrivere all'alba, alle prime ore del mattino (di solito mi sveglio alle 4, al massimo alle 5) così che mi resta ancora gran parte della giornata libera per vivere la mia vita. Non capisco chi fa lo scrittore di mestiere come possa essere un narratore di buone storie: se non vivi la tua vita (compiendo azioni e interagendo con più persone ogni giorno) le storie le devi inventare, ed a me le storie inventate non piacciono (ad eccezione dei romanzi fanta-storici, tipo quelli di Dan Brown, perchè esigono una lunga e accurata ricerca).
Diffido dei racconti non biografici: chi mi garantisce che un certo comportamento nella realtà avverrebbe uguale? Quando compro un libro, spesso scelto pescando a caso nello scaffale della libreria, leggo sempre la biografia dell'autore e penso: professione scrittore, pessimo libro (si è inventato tutto, mi racconta frottole), professione medico della mutua con la passione per la scrittura, questo racconterà belle storie perchè le ha vissute, professione calciatore... non vale, c'è un gosthwriter. Alessandro Baricco, ad esempio, non mi piace: scrive benissimo, ma usa tecniche di scrittura ed è bravissimo nel comporre storie, ma significa che la trama e le emozioni sono costruite a tavolino, sono finte. Le sue belle storie non sono vita vera.
Per me è importante sapere se una storia è vera o creata per intrattenere. Se gli intrecci di una storia si risolvono con un lieto fine, sapere che la storia è realmente accaduta mi dà conforto, mi dà speranza che alla fine i problemi si possono superare. Se non c'è il lieto fine, mi dispiace, ma cercherò di trarne insegnamento. Ma una storia inventata non mi dà speranza, è un lieto fine artefatto, non mi piace, non mi insegna nulla.
Tornando alla storia di Carlo. Purtroppo quello che seguirà è un racconto postumo, quindi questa volta sono obbligata a ricostruire la sua vita dai racconti di terze persone (mentre finora vi ho sempre raccontato tutto per averlo vissuto o sentito dai diretti protagonisti). Sono ancora alla ricerca di un brano musicale adatto alla sua storia e alla sua personalità, per ora ascolto "Pale Shalter" dei Tears for Fears e "Send me an angel" dei Real Life, perchè i loro testi si adattano alla storia di Carlo, anche se il ritmo è troppo veloce e non mi convincono molto, quindi spero di trovare presto un commento musicale idoneo. Purtroppo non so che genere ascoltasse lui, forse musica leggera italiana, e allora dovrei cercare qualcosa sullo stile di "Gocce di Memoria" di Giorgia, anche se il testo non è adatto. Cerco una canzone che rispecchia il punto di vista di Carlo, come fossero parole sue, ma non è facile, non ho tutta questa conoscenza musicale. Certo potrei anche lasciare il racconto "in silenzio", ma il minimo che posso fare per lui è proprio salutarlo con una "bella" storia e la giusta atmosfera. La storia l'ho già scritta a mente, nel sonno la perfezionerò, domani o dopodomani mattina all'alba la scriverò. Adesso si è fatta notte, è passata l'Una, è meglio addormentarsi, ci penserò domani. Buona notte.
Ps. Guardo Curt Smith (il cantante dei Tears For Fears) ed un po’ mi ricorda come era Carlo da adolescente, aveva quello stile lì, quel fisico, quei lineamenti delicati…
Amanda
.
Ultimi commenti