Se siete amici di una coppia, quando questa litiga e tutti e due si confidano con voi, siete obbligati a prendere posizione anche se non volete farlo, perché è il/la confidente che vi obbliga a stare dalla sua parte, non potete restare neutrali (oppure potete chiudere le comunicazioni e fuggire a gambe levate se non volete perdere l’amicizia). E’ per questo che amo trincerarmi dietro il segreto professionale quando entra in crisi una coppia di quelle che ho formato io. Metto in chiaro che non devono usarmi come ambasciatore verso il/la (ex)partner e che, al pari di una psicologa, mantengo il segreto professionale su tutte le conversazioni avute, e pertanto che mai mi si chieda cosa ne penso degli atteggiamenti della controparte. Io porgo volentieri la spalla su cui piangere (per un tempo limitato però) e posso dare consigli di sopravvivenza da quel momento in avanti. Per le lacrime prolungate oltre le 24-48 ore chiedo loro di rivolgersi ad altra persona di famiglia o amica del cuore (cioè ci provo a fare la dura, ma poi li ascolto piangere per almeno un mese).
A livello mio personale, invece, è traumatico. Perché io conosco entrambe le versioni dei motivi che hanno portato alla separazione ed è incredibile venire a conoscenza di quanto noi esseri umani innamorati rivestiamo la realtà di situazioni che esistono solo nella nostra testa. Quindi penso “Chissà quante volte è capitato a me di vedere una realtà che non esiste, e soffrire inutilmente, ed a lungo, per questo…”
E’ sconvolgente ascoltare le versioni dell’uomo e della
donna. Quando faccio gli abbinamenti per farli conoscere e poi non si
piacciono, già lì è sconvolgente ascoltare le opinioni separate dei due,
soprattutto quando uno piace all’altro e l’altro non corrisponde, però ormai mi
sono un po’ abituata. Vi faccio un esempio banale: Lei chiama l’indomani del
primo appuntamento con Lui e mi racconta come è andata:
- “Sicuramente gli sono piaciuta molto, vedessi come mi guardava! Abbiamo molte
cose in comune, abbiamo parlato per più di due ore! Così quando ci siamo
salutati siamo rimasti d’accordo di rivederci in settimana, andremo al cinema o
al ristorante, forse usciremo con i suoi amici. Lui a me piace, mi sembra
interessante, una uomo con cui si può fare un discorso…”
- e poi la versione di Lui: “Non mi piace per niente, troppo logorroica,
parlava sempre, mi ha raccontato tutta la sua vita, tutta la storia col suo ex
e tutti i casini che c’ha per la testa, ed io non vedevo l’ora di andarmene!”
- ed io “Ma lei mi ha detto che vi rivedrete…”
- e Lui “Cosa? No, figurati, quelle sono frasi che si dicono per gentilezza quando
ti saluti ‘poi ci sentiamo’, però non è affatto il mio tipo; io non la
richiamo, a me piace una donna completamente diversa, un po’ meno appariscente,
meno incasinata, più semplice e discreta”
(segue: la versione di Eliana e quella di Patrizio, sul perchè la loro storia d'amore è finita dopo sei mesi)
Amanda
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