Segue da Vecchietto porcello (1)
Quando Girolamo mi ha telefonato per chiedere informazioni sugli incontri, per ben tre volte gli ho chiesto l’età: “Quanti anni hai?” – “…5” – Ho capito poco, mi sembra di aver sentito 65, ma probabilmente mi sarò sbagliata, quindi glielo richiedo “Scusa, non ho capito, hai detto?” – “65!” dice alzando la voce. Uhm, non ci credo, a fine conversazione glielo chiedo di nuovo “Senti, prima ho dimenticato di annotarlo… puoi ripetermi quanti anni hai? Grazie” – “65, ho sessantacinque anni”. Mah, strano ha una voce così anziana, parla così lentamente, si capisce così poco, che a me sembrano 85 anni. Mi starà prendendo in giro? Vuole apparire più giovane? Non seguo persone anziane, forse è meglio non perdere tempo e non farlo venire in ufficio. Però lui insiste, sembra davvero interessato agli incontri, che fare? Vabbhé, annoto in agenda la data dell’appuntamento e l’ora, poi non glielo ricorderò, lui se lo dimenticherà, e tanti saluti. Tre giorni dopo Girolamo mi telefona “Buongiorno Amanda, io sono arrivato nella piazza che mi hai detto ma non trovo il numero civico” – Uh, sta venendo!
Attenzione, non posso riportare per iscritto la lentezza della sua parlata, ma voi leggete le sue frasi impiegandoci il triplo/quadruplo del tempo.
Girolamo è lontano dal mio ufficio poco meno di 50 metri, deve però fare retromarcia o inversione ad u, essendo andato oltre il mio edificio. Gli do le istruzioni per raggiungermi e mi precipito all’ingresso del palazzo per accoglierlo davanti alla porta. Lui entrerà dal cancello, e potrà parcheggiare proprio davanti l’ingresso, poi deve salire 5 scalini e sarà arrivato da me. Sono dietro la porta a vetri dell’ingresso, e dopo cinque minuti di orologio non lo vedo ancora entrare dal cancello. Lo chiamo al telefono “Hey, ti sei perso?” – “No, sono qui, vedo adesso un cancello, entro qui?” – “Sì” e vedo un’Audi che costerà molto cara, entrare molto lentamente nel parcheggio. Penso che è uno spreco che a guidare un’auto così potente sia un uomo così lento, e poi è anche pericoloso che a guidare quest’auto sia un uomo che a me sembra molto anziano. Sono proprio curiosa di conoscere Girolamo e di scoprire quanti anni ha per davvero.
Finalmente l’auto parcheggia. Dopo un tempo lungo (è peggio delle donne che devono risistemare la borsetta prima di scendere) ecco che lui apre la portiera e molto lentamente scende dall’auto. Con calma e meticolosità si sistema l’abito. Indossa un completo classico di colore grigio: ricompone le false pieghe dei pantaloni sulle caviglie, aggiusta il colletto della camicia celeste chiaro, riposiziona il nodo della cravatta grigia, risistema il gilet giallo canarino lungo i fianchi, indossa la giacca che aveva tolto per guidare, si abbottona la giacca, con le mani stira la giacca dalla spalla ai fianchi. Si gira per chiudere la portiera della macchina, controlla di averla chiusa bene. Gira lo sguardo in direzione dell’ingresso e finalmente mi nota. Mi chiede se sono io Amanda e cammina verso la mia direzione. Tempo trascorso dal suo arrivo: almeno mezzora.
Entrati in ufficio lo faccio accomodare di fronte a me. E’ un uomo elegante, fine nei movimenti (in questo caso direi che la finezza è data dalla lentezza…). E’ alto sul metro e ottanta, magro; ha pochissimi capelli lisci e grigi, copre la calvizie centrale pettinando gli unici capelli lunghi da un lato all’atro (il famoso “riporto”). Ha poche rughe, nonostante appaia molto anziano. Ha due baffetti bianchi che gli donano classe e autorevolezza. Gli manca il bastone e mi sembrerebbe di essere davanti ad un gagà di inizio 1900. (Dal dizionario: “gagà” è definito l’uomo vanesio che ostenta eleganza e raffinatezza, detto anche damerino o bellimbusto).
Prima di iniziare la consulenza gli chiedo di poter vedere i suoi documenti, sono troppo curiosa di sapere quanti anni ha. Mi mostra la carta di identità e leggo che ha davvero 65 anni. Penso che è proprio strana la natura, perché ho uomini sessantacinquenni che sono molto giovanili e dimostrano molti meno anni, sembrano cinquantenni talmente sono in forma.
Inizio a fargli le domande che mi servono per conoscerlo e capire che single è. Mi dice che è celibe, che vive solo. Ha una colf che lo aiuta in casa. Adesso è in pensione e conduce una vita tranquilla, ma ha viaggiato in tutto il mondo per lavoro, perché era direttore commerciale di una grande azienda ed aveva parecchi sottoposti. Quasi tutte donne, quasi tutte carine. Quasi tutte “ me le sono fatte…” dice.
Ecco che esce fuori il vero Girolamo. Come Dottor Jeckill e Mister Hyde, il Gagà si trasforma in un uomo volgare che parla solo di sesso. Gli domando se almeno ha convissuto molti anni, per giustificare il fatto di essere rimasto celibe, e mi risponde “No, mai” – Ed io “Ma hai avuto delle relazioni lunghe immagino” – “Dipende cosa intendi per relazioni, avevo molte passere a disposizione, quando avevo bisogno della vagina sapevo dove trovarla, ma spesso è sempre stata la vagina a venire da me” – Sono un po’ stordita, da un uomo così elegante non mi aspetto questo linguaggio. “Ok, ho capito, il sesso non ti è mancato, ma relazioni affettive ne hai avute? Una storia d’amore importante intendo” – “Sì certo, ma erano tutte impegnate coi mariti, però la vagina la davano a me…” – Questo modo di parlare non mi piace, son so se sbatterlo fuori dall’ufficio o continuare. Ci penso un attimo. Lui mi parla restando composto al suo posto, in un buon italiano, certo è molto logorroico e lento più di una sequoia, probabilmente è innocuo.
Cerco di proseguire cambiando argomento: “Come trascorri il tuo tempo libero?” – “Quando non ho la vagina ed ho il pene libero?” – Sto iniziando a stufarmi “Puoi evitare di parlarmi dei genitali? Rispondi solo alle mie domande, io non sono una tua amica ma una consulente di relazioni, e voglio le risposte che mi servono per capire chi sei. Quindi… cosa fai nel tempo libero?” – “Gioco a tennis” – Eh? No, dai non scherziamo, lento così? “Scusa, non ho capito… giochi a tennis o vai alle partite di tennis?” – “Gioco a tennis, gioco a tennis… e alla fine c’è sempre qualcuna che raccatta le palle” dice ridendo. O lo strozzo o scoppio a ridere, la seconda… “Giochi davvero a tennis?” – “Certo, ho sempre giocato a tennis, ovvio che oggi non sono più agile come una volta, ma gioco bene” – Vorrei proprio vederlo giocare… “Pratichi altri sport, oltre il tennis?” – “Gioco a bowling”, ed a me scappa da ridere ma mi trattengo, perché me lo sono immaginato che tira la palla da bowling e lui che resta agganciato dietro… - “Svolgi altre attività?” – “Giardinaggio, curo il giardino della mia casa, è molto grande”, e questa attività mi sembra più credibile.
Proseguo con le mie domande conoscitive “Parlami della tua vita sociale. Hai molti amici, esci spesso?” – “Dipende cosa intendi per amici, ho amiche, anzi.. vagine” - Mi mostro spazientita, ma gli chiedo di specificare “Cosa intendi?” – “Donne che me la danno” – “Sì, ho capito, ma che tipo di donne sono? Amiche, conoscenze occasionali, prostitute…” – “No, io mai pagato per il sesso” – “Anche Berlusconi dice così…” – “No, sono donne che vengono a trovarmi, a volte le accompagno nei posti, si esce insieme, poi si spogliano, mi fanno vedere la vagina, poi mi mettono la mano nel pene, ed io mica mi offendo, anzi le lascio fare…”
“Senti, perché sei qui? Io non sono un’agenzia di escort, non ho donne per il sesso e probabilmente hai sbagliato posto. Io mi occupo di relazioni sentimentali, di persone che parlano di amore, di farsi compagnia, di volersi bene. Ho donne che cercano la storia d’amore e non la storia di sesso, sono donne che cercano un brav’uomo e non una persona malata di sesso, io seguo solo persone per bene, educate, e non volgari. Detto questo. Perché tu sei qui, cosa cerchi?” – “Una storia d’amore”
“Allora, adesso parliamo d’amore, quello vero, quello spirituale. Ci riesci?” – E lui, ridendo “Ma l’amore vero si fa anche con la vagina e con il pene, o sbaglio?” –
Guardo l'orologio: lui parla così lento che sono trascorse due ore, dico DUE ORE di orologio, per una conversazione che è ancora solo all'inizio. Alla fine della terza ora mi ha staccato un assegno che mi ripaga dell'intera giornata, sono contenta che riconosca il valore del mio lavoro. Gli ho proposto l'incontro con Viola, una signora davvero fine e per bene, tutto l'opposto di lui, ma forse è l'unica che può aiutarmi a capire chi è davvero Girolamo.
(segue…)
Amanda
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(Nota: foto presa da internet, non so chi sia il signore in posa, spero non si offenda... :)
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