A metà agosto ricevo la telefonata di Umberto, 65 anni: desidera
trovare una compagna, una donna libera da impegni con la quale poter fare
frequenti viaggi, godendosi la meritata pensione dopo tanti anni di lavoro.
Parla un buon italiano, si capisce che è istruito (nel senso che a volte
chiamano delle persone che non riescono a completare una frase senza errori
grammaticali e per questo motivo mi faccio una idea iniziale del livello di istruzione di ogni persona).
Gli chiedo di darmi qualche informazione sulla sua vita, come il lavoro che
svolge, dove abita, il suo stato civile. Risponde che ha divorziato tanti anni
fa e non ha figli, vive in città, è in pensione da un mese ed ha lavorato
per quarant’anni in una fabbrica
entrando come operaio semplice e poi, vent’anni fa, è diventato capo area con
alcune decine di operai da gestire, e cinque anni fa è diventato direttore del
personale. Una lunga carriera lavorativa di cui è molto orgoglioso.
Da come parla si capisce chiaramente che è un uomo abituato
a comandare, perché usa un tono di voce alto, imperioso, perché ad ogni domanda
che faccio risponde con una contro-domanda. Ad esempio, io ho chiesto “Che
lavoro fai?” – e lui risponde “E tu da quanto tempo fai il tuo lavoro?” – “Qual
è il tuo stato civile?” – e lui “E tu, sei sposata?” – Tanto che ho dovuto
riprenderlo dicendogli “Guarda che a me della tua vita privata non interessa
nulla, ma se tu chiami una agenzia matrimoniale per conoscere delle donne, sei tu che devi rendere conto della tua vita,
non io. Pertanto non farmi più domande personali” – Ma lui continua mettendo in
dubbio che io sappia fare il mio lavoro, ed io inizio a spazientirmi, tanto che
gli rispondo con il tono di voce un po’ più alto “Tu hai imparato a gestire il
personale, ebbene io mi intendo di relazioni, ad ognuno il suo mestiere!” -
Molti mi dicono che ho una bella voce, e spesso chi mi
ascolta pensa che io sia più giovane della mia età, così immagino che Umberto
mi trovi inadeguata a causa della mia “giovane” età. Con aria di sufficienza
dice che verrà a trovarmi in ufficio, forse…
Dopo una settimana si presenta in ufficio senza
appuntamento. La cosa mi infastidisce un po’, perché fissare una data ed un’ora
mi consente di non avere persone in attesa nel salottino, visto che spesso le
consulenze durano anche due o tre ore. Sono infastidita perché lui ha l’atteggiamento come di volermi
cogliere “sul fatto”, vedere se esiste davvero l’agenzia e che io ci lavoro
davvero dentro. Durante il colloquio lui
mi fa spesso delle domande, ma non sono domande per chiedere informazioni, sono
domande per mettermi alla prova se io so fare davvero il mio lavoro e pretende
di saperne più di me di come si gestisce un’agenzia.
Quando si parla di lavoro: provate a pestarmi i piedi e
troverete pane per i vostri denti.
Ho capito che devo abbandonare il ruolo morbido da
consulente matrimoniale, e devo tirar fuori l’atteggiamento che avevo quando lavoravo in
azienda da responsabile. Spazientita, guardandolo dritta negli occhi, con tono
di voce acuto puntualizzo chi sono io “Umberto, con chi ti credi di avere a che
fare? Pensi forse di essere ancora in
azienda e di continuare a comandare sui tuoi operai? Pensi forse che solo tu
sei il super-eroe tutto fare, ed io una povera fanciulla che si occupa di cuori
solitari? Chi ti credi di essere per entrare nel mio ufficio ed usare un tono
di comando? Come ti permetti di mettere in dubbio la mia professionalità? Hai
forse tu studiato anche psicologia per vent’anni nella tua vita? Pensi forse
che le donne sono esseri inferiori che non possono essere titolari di un’impresa?
Se pensi questo, quella è la porta, la città è piena di agenzie gestite da
uomini con la quale ti capirai benissimo, perché quelli come te a me non
interessano” – “Cosa intendi dire quelli come me? Come ti permetti?” – “Ma ti
sei visto? Hai 65 anni e ti consideri bello. Sappi che ho altri uomini di 65
anni e che appaiono molto più giovani di te ed hanno un modo di porsi molto
gentile e rispettoso della mia persona. Tu manchi completamente di autocritica,
comandi a bacchetta come se tutte le persone fossero inferiori a te, non sai
fare un dialogo alla pari, pretendi di conoscere donne più giovani di 15 anni
almeno come se non esistessero sulla Terra uomini 40-50enni più interessanti di
te. Cammini zoppicando, sei basso, senza capelli, e la bellezza in te bisogna
trovarla, ma pretendi una donna bella, elegante, alta…” – E lui “Tu non puoi
parlarmi in questo modo! Non ho alcuna intenzione di regalare i miei soldi a
te!” – “Perché, quando tu lavoravi forse l’azienda ti regalava i soldi, invece
di darti lo stipendio? Vedi che continui a mancarmi di rispetto?” – E lui “Non
intendevo questo! Ma che tu non mi piaci” – “Io non devo piacerti, io offro un
servizio, e le donne con cui dovrei darti un appuntamento non sono un pacco che
tu porti dove vuoi, sono esseri umani ed io devo sapere con quale uomo ho a che
fare prima di presentarti una mia donna. Io mi occupo di esseri umani, come lo
sei tu, giusto? Anche tu hai diritto di trovare una donna che ti apprezzi come
uomo, giusto? Io devo capire quali sono i tuoi lati positivi e negativi per
aiutarti trovare una donna affettuosa che sappia amarti così come sei…” –
E’ una cosa che faccio sempre: quando mi arrabbio, quando faccio
valere le mie ragioni, poi termino sempre in modo dolce, tendo sempre una mano
per una riconciliazione col mio interlocutore. Infatti Umberto si zittisce e
dopo un minuto di riflessione mi dice con tono calmo “Vabbhè, vado a casa e ci
penso, poi ti chiamo…” E se ne va.
La settimana dopo viene a trovarmi in ufficio alla data e l’ora
concordati telefonicamente. Questa volta riesco a fare una vera consulenza di
relazione. Mi annoto i passaggi importanti della sua vita, cerco di capire che
tipo di donna cerca. Lui si sente completamente a suo agio e si lascia andare ad
una conversazione piacevole e dai toni intimi. Emerge un aspetto interessante
della sua vita: Lui non vive solo, vive con una ragazza 20enne straniera, una
ragazza rumena che era senza casa e lui si è offerto di ospitarla in cambio
delle pulizie domestiche. Gli domando se hanno avuto rapporti intimi, Lui
risponde di no. Gli domando se Lui vorrebbe che accadesse, e risponde che la
ragazza ha l’abitudine di girare per casa con pochi vestiti ma che lui non si è
mai permesso di toccarla. Gli domando come pensa di gestire questa situazione
con le donne con cui dovrei dargli degli appuntamenti, e lui risponde “Cosa
gliene frega a loro di quello che faccio a casa mia!” – Ed io “Ma ti rendi
conto di cosa hai appena detto? Cerchi una donna “italiana” libera per averci
una relazione pur vivendo con una donna giovane in casa, che non è tua figlia e
che spesso sta mezza nuda, ed è pure straniera e sappiamo benissimo cosa si
pensa di queste ragazze che sono in Italia senza famiglia e che mestiere fanno
la maggior parte di loro... Tu pensi davvero che una donna italiana e
tradizionalista lo possa accettare?” – “Questi sono affari miei che non ti
riguardano! Invece di girarci attorno con tutte ste domande, dimmi quale donne
puoi presentarmi” –
Ho perso anche io la pazienza, ma non mi arrabbio, ormai ho
capito il soggetto. Inizio a raccontargli di quattro donne che ho e che
corrispondono a quello che lui cerca… e lui le rifiuta tutte con le seguenti motivazioni: A. è piemontese,
troppo fredda (detto da un piemontese è assurdo, e poi giudica da uno
stereotipo, che elemento…) - E. è troppo
bassa (E. è alta 1,55, detto da un uomo alto 1,65 fa un po’ ridere) - C. abita troppo lontano, la vuole del suo
quartiere (impresa difficile, più è piccolo il territorio di ricerca, meno
possibilità avrai di trovare qualcuno a cui TU piaci) - F. è straniera, le rumene non gli piacciono
(Eh? Ma ti rendi conto di cosa hai appena detto? Tu già ci vivi con una
rumena!) –
Mi dice “Ho capito, quello che cerco non ce l’hai. Me ne
vado, ciao”. Si alza e se ne va. Io non dico nulla e lo lascio uscire in silenzio.
Nel pomeriggio mi telefona per scusarsi di essersene andato
così e mi dice che vuole provare a conoscere la donna 60enne piemontese, verrà
in ufficio domani a pagarmi, ma intanto io devo telefonarle che dirle che lui vuole conoscerla. Gli rispondo
di no, prima viene mi paga, mi firma di documenti, e dopo telefonerò alla
donna. Lui si arrabbia e mi accusa che non mi fido di lui che paga, che io
penso solo ai soldi. Io gli rispondo che c’è una legge sulla privacy ed un iter
di iscrizione da rispettare, i soldi sono l’ultimo pensiero. Lui mi risponde “Te
la tiri tanto perché sei giovane, non hai alcun rispetto per i pensionati. Volevo
pagarti, ma adesso i miei soldi non te li do più. Sei senza cuore, fredda e
calcolatrice. Addio” e riattacca.
Quando gli ho negato di avvisare la donna prima che mi
pagasse, immaginavo la sua reazione. Sono stata rigida perché un uomo così, per
come si è presentato a me, non sarà mai soddisfatto né di me né della donne che
potrei presentargli, e poi mi ha fatto venire il forte dubbio che avrebbe
potuto urlare e comandare sulle mie donne, mostrando il suo carattere già agli
appuntamenti. Il suo atteggiamento
imperioso, mi ha fatto capire che era un
uomo assolutamente non idoneo agli incontri. Non faccio uscire le mie donne con
uomo così, donne che cercano affetto o amicizia, gesti romantici e frasi dolci.
Umberto non è un cliente adatto a me. Andrà
ad iscriversi in un’altra agenzia, dove non fanno le mie domande e se ne
fregano della persona che hanno davanti, basta che paghi, conta solo il
profitto e la vita privata sono fatti del cliente. Purtroppo, col mio modo di fare, ho regalato
molti clienti alla concorrenza.
POST SCRIPTUM
Dopo che Umberto mi ha riattaccato il telefono, sento il bisogno di telefonare a Giovanni. Lui ha 70 anni, è mio cliente da tre mesi ed è ricoverato in una clinica perchè si è infortunato cadendo. E' ricoverato da un mese ma ci sentiamo tutte le settimane. "Ciao Giovanni, come stai?" - "Oggi meglio grazie, la convalescenza post operazione procede bene" - "Sono contenta, sei forte, sono sicura che entro un altro mese ritornerai come nuovo" - "Lo spero. Tu dì alle donne di aspettarmi, che quando sarò guarito le porto a ballare ed a cena fuori" - "Certo, ti sto preparando degli appuntamenti, tre donne le ho già avvisate, non vedono l'ora di conoscerti, vedrai che sarai contento" - E lui "Tu sei un angelo, sei il mio angelo personale, sono davvero contento di averti conosciuto, grazie!" - "Di nulla, guarisci presto" -
Avevo bisogno di parlare con Giovanni, per controbilanciare le critiche di Umberto, che mi accusa di essere senza cuore.
Amanda
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